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Al risveglio un travaglio

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Al risveglio il travaglio

 

Al risveglio il travaglio
travasa nel fusto di ferro
un liquido denso come olio di camion
il succo spremuto di tutta una notte 
fatto di baratri, fondali marini,
gemiti strozzati, fughe  e assedi branzini

 

Da un lato c'è un bambino che diventa
ragazzo e poi uomo mescolando livelli diversi
di sfinge, come un ibrido di muschi e di venti
Dall'altro una donna, la femmina del daino
Conturbante efeba priva di un regno 
Sgombra di ogni obiezione, cerca sempre un nemico

 

Di notte li sentivo uscire dai buchi
con pupille iniettate di sangue, insonni
Uomini in cerca di cibo nelle discariche
Sopravissuti estenuati in cerca di stupri
nella mia anima, città saccheggiata, solo macerie
Mi nascondo anch'io, esco da solo, in cerca di lupi 

 

La femmina del daino si aggirava ai margini della radura
Se ne stava accucciata nell'ombra della selva
tra i cespugni, al riparo, senza che il suo odore 
si potesse spargere in giro, al naso dei lupi.
L'assedio libera sangue, orazioni, rabbie, paura
La coagulazione di un tempo non ancora scaduto. 

Il bambino uomo ragazzo disse, quello che mi hai dato
è l'amare, e chi vince alla fine è la morte
questa infine la sorte, anche se adesso non posso
usare parole d'amore, senza che avverta il moto perpetuo
e anche se muto ti veste e ti spoglia su quella soglia
mi depreda, ruba, mi assedia e niente mi spiega.

 

La femmina del daino, ancora gravida
sfinita, non chiede risposta che ulteriore a noi ci neghi
il senso del bosco, aspetta acquattata, e sente
che il bambino uomo ragazzo si allontana in cerca di tana
di muschi e di venti, persa la fede, svilito senza il suo corpo
della daina Salomè, lontano diverge e infine si perde

 

(17 maggio 2012)

 Ivan Pozzoni - 29/01/2018 18:40:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Bella! :-)

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